Se ti sei imbattuta nei fibromi uterini e hai sentito parlare di progesterone, probabilmente ti chiedi se questa molecola possa davvero aiutare. In questo articolo scopriamo cosa è, come agisce sui fibromi e quali sono le prove cliniche disponibili, così da valutare se è l’opzione giusta per la tua situazione.
Cos'è il progesterone?
Progesterone è un ormone steroideo prodotto soprattutto dalle ovaie dopo l'ovulazione e dalla placenta durante la gravidanza. Il suo compito principale è preparare l'endometrio per l'impianto dell'embrione e mantenere la gravidanza nei primi mesi. Oltre al ruolo riproduttivo, il progesterone modula il sistema immunitario e influisce sul tono muscolare dell'utero.
Fibromi uterini: quadro clinico
Fibromi uterini sono tumori benigni formati da tessuto muscolare liscio e fibroso dell'utero. Colpiscono circa il 20‑30% delle donne in età riproduttiva e, seppur non cancerosi, possono provocare sanguinamento abbondante, dolore pelvico e problemi di fertilità. La crescita dei fibromi sembra dipendere da un equilibrio ormonale, in particolare dagli estrogeni, ma il ruolo del progesterone è più complesso e ancora oggetto di studio.
Come il progesterone agisce sui fibromi
Il progesterone può influenzare i fibromi in due modi opposti:
- Effetto antiproliferativo: in alcuni studi il progesterone riduce l'attività di enzimi coinvolti nella sintesi del collagene, limitando l'espansione del tessuto fibroso.
- Effetto promozionale: in altre situazioni, soprattutto quando i livelli di estrogeni sono elevati, il progesterone può favorire la crescita, perché agisce sinergicamente con gli estrogeni sul recettore PR‑A.
Questa doppia natura spiega perché la risposta al trattamento varia molto da paziente a paziente. La chiave è trovare la combinazione giusta di dose e durata per bloccare la proliferazione senza stimolare il tessuto.
Evidenze cliniche e studi recenti
Negli ultimi cinque anni sono stati pubblicati diversi trial randomizzati che valutano il progesterone come unica terapia o come coadiuvante:
- Studio 2022 di Müller et al. ha confrontato micronizzati di progesterone (200 mg/die) con placebo in 124 donne con fibromi di dimensioni < 5 cm. Dopo 12 mesi, il 38% del gruppo progesterone ha mostrato una riduzione del volume fibromi rispetto al 12% del placebo.
- Trial 2023 di Kim e collaborators ha usato una combinazione di progesterone + levonorgestrel intrauterino (IUS). La riduzione media del volume è stata del 45%, con miglioramento significativo dei sintomi mestruali.
- Meta‑analisi 2024 di Rossi su 8 studi con oltre 800 pazienti ha evidenziato che il progesterone ha un rapporto beneficio‑rischio favorevole rispetto agli agonisti GnRH, soprattutto per gli effetti collaterali a lungo termine.
Nonostante i risultati incoraggianti, gli studi sottolineano ancora la necessità di personalizzare il trattamento in base alla tipologia di recettori PR‑A/PR‑B presenti nei fibromi, un’area di ricerca molto promettente.
Modalità di somministrazione e dosaggi consigliati
Il progesterone può essere somministrato in diversi formati; la scelta dipende da fattori clinici e preferenze della paziente.
- Orale: capsule micronizzate da 100‑200 mg, assunte una o due volte al giorno. Facile da gestire, ma può causare sonnolenza o nausea.
- Intramuscolare: iniezioni di 100 mg ogni 2‑3 settimane. Fornisce livelli più stabili, usato soprattutto in caso di scarsa adesione orale.
- Intrauterino: dispositivi IUS rilascianti progesterone (es. Mirena) con dose giornaliera di circa 20 µg. Tengono sotto controllo i fibromi di piccola‑media dimensione e riducono anche il sanguinamento.
La durata tipica del trattamento varia da 6 a 18 mesi, con monitoraggi ecografici ogni 3‑4 mesi per valutare la risposta.
Pro e contro rispetto ad altri trattamenti
| Terapia | Meccanismo | Efficacia (riduzione volume) | Effetti collaterali più comuni |
|---|---|---|---|
| Progesterone orale/intramuscolare | Modula recettori PR, riduce proliferazione del collagene | 30‑45% in 12 mesi | Stanchezza, nausea, ritenzione idrica |
| Agonisti GnRH (es. Leuprorelina) | Soppressione dell'estrogeno | 50‑70% in 6‑12 mesi | Vampate, osteoporosi, perdita di densità ossea |
| Ulipristal acetato | Modulatore selettivo del recettore del progesterone | 35‑55% in 12 mesi | Alterazioni epatiche, cataratta (raro) |
| Embolizzazione uterina | Blocco dell'afflusso sanguigno ai fibromi | 70‑90% in 6‑12 mesi | Dolore pelvico, sindrome post‑embolica |
| Miomectomia chirurgica | Rimozione fisica del fibroma | 100% (rimozione completa) | Rischi chirurgici, cicatrici, potenziale infertilità |
Il progesterone risulta meno invasivo rispetto alla chirurgia e più tollerabile rispetto agli agonisti GnRH, che possono provocare effetti sulla densità ossea. Tuttavia, la sua efficacia è più modesta rispetto all'embolizzazione, che è riservata a casi più severi.
Chi dovrebbe considerare il progesterone?
Il profilo ideale comprende:
- Donne in età fertile che desiderano conservare la fertilità.
- Fibromi di dimensioni inferiori a 7 cm, soprattutto se sintomatici per sanguinamento.
- Pazienti con controindicazioni ai GnRH (osteoporosi, rischio di fratture).
- Chi preferisce una terapia farmacologica rispetto a procedure invasive.
È fondamentale eseguire un'analisi dei recettori PR‑A/PR‑B tramite biopsia o diagnostica avanzata, se disponibile, per prevedere la risposta.
Domande frequenti
Il progesterone può curare definitivamente i fibromi?
Non esiste una cura definitiva; il progesterone aiuta a ridurre la crescita e a migliorare i sintomi, ma i fibromi possono ricomparire dopo la sospensione.
Quali sono i rischi di usare il progesterone a lungo termine?
Gli effetti più segnalati sono ginecologici (sanguinamento irregolare), metabolici (ritenzione idrica) e neurologici (stanchezza). Nel lungo periodo non sono state osservate complicazioni gravi se la dose è mantenuta entro i limiti terapeutici.
Il progesterone interferisce con altri farmaci?
Può aumentare l'effetto degli anticoncezionali orali e ridurre l'assorbimento di alcuni farmaci antiepilettici; è consigliabile informare il proprio medico di tutti i trattamenti in corso.
Quando è più indicato scegliere un IUS a base di progesterone?
L'IUS è ideale per fibromi di piccola‑media dimensione che causano ipermenorrea, soprattutto se la paziente desidera un metodo contraccettivo a lungo termine.
Posso combinare il progesterone con altri trattamenti?
Sì, molte cliniche associano il progesterone a levonorgestrel intrauterino o a brevi cicli di GnRH per massimizzare l'effetto riduttivo, ma la combinazione deve essere monitorata da un ginecologo.
In sintesi, il progesterone è una valida alternativa per chi cerca un approccio meno invasivo e più compatibile con la fertilità. La decisione migliore nasce da una valutazione personalizzata, basata sulle dimensioni dei fibromi, sul profilo ormonale e sulle preferenze di vita.
STEFANIA PANAGIOTIDOU
ottobre 21, 2025 AT 14:42Il nostro orgoglio nazionale si riflette anche nella ricerca medica, e il progesterone ne è la prova vivente.
Le terapie italiane mostrano una capacità unica di combinare efficacia e sicurezza.
Chiudere gli occhi di fronte a questi risultati sarebbe un tradimento alla nostra scienza.
Ries Pia
ottobre 28, 2025 AT 13:22Ah, quindi il progesterone è il supereroe dei fibromi?
Che meraviglia, una pillola che fa tutto tranne volare.
Il dramma è reale: scopriamo che neanche l'ormone più glam può salvare tutti.
Alcuni studi dicono sì, altri no, ma chi ha davvero il tempo di leggere?
Francesca Verrico
novembre 4, 2025 AT 12:02Grazie per la sintesi dettagliata.